Sono minuscoli granellini, invisibili a occhio nudo, che vengono liberati dalle piante e trasportati dal vento. Quelli che più frequentemente sono i responsabili delle allergie appartengono alle graminacee selvatiche (gramigna, loglio, erba codolina detta anche "coda di topo"), mentre le graminacee coltivate come frumento, orzo, segale provocano raramente allergie respiratorie.
Anche alberi come l'olivo, il faggio, l'ontano, la betulla, il nocciolo, il cipresso e alcune piante erbacee come la parietaria, l'artemisia, l'ambrosia e la piantaggine producono pollini allergizzanti; mentre i "piumini" prodotti dai pioppi in primavera non sono causa di allergia. La primavera è la stagione in cui la concentrazione aerea di pollini è più alta, e perciò in questo periodo le allergie raggiungono il culmine, anche se la stagionalità varia da regione a regione a seconda della latitudine e della vegetazione locale.
Le allergie ai pollini dei fiori ornamentali, colorati e profumati, sono rarissime. Le principali manifestazioni delle allergie ai pollini sono la rinite allergica, la congiuntivite allergica e l'asma allergico.
Vedi anche:
La rinite allergica ed il polline
Primavera e allergie: consigli pratici per mamme e bambini